Oggi ti presentiamo il Dott. Tiziano D., ortottista, specializzato nella prevenzione, diagnosi e riabilitazione delle patologie visive.
L’ortottista si occupa della visione sia nei bambini che negli adulti, trattando disturbi come lo strabismo e l’occhio pigro. Nel caso dei più piccoli, fornisce un supporto fondamentale nella riabilitazione, aiutandoli a sviluppare correttamente le funzioni visive. Negli adulti, l’ortottista interviene per problematiche come le maculopatie e, nel caso degli anziani, offre assistenza nella riabilitazione alla lettura e nelle attività quotidiane. Inoltre, collabora strettamente con l’oculista, effettuando esami strumentali essenziali per la diagnosi e il trattamento delle patologie visive.
Scopriamo insieme il suo percorso e le sfide della sua professione.
- Come è nata la tua passione per questa professione e cosa ti ha spinto a intraprenderla?
La mia passione è nata in modo naturale, potrei dire che è sempre stata parte della mia vita, grazie al negozio di ottica di mia madre. Nel tempo, tuttavia, è cresciuto in me un interesse più profondo per il contatto diretto con i pazienti, un desiderio che va oltre l’aspetto commerciale: poter fare concretamente qualcosa per migliorare la loro qualità di vita.
- Quali sono le sfide principali che incontri nel tuo lavoro quotidiano e come le affronti?
La nostra unità operativa è piccola, quindi spaziamo tra molte attività, dalla valutazione strumentale alla preparazione per interventi di cataratta, fino al trattamento delle malattie della retina, come le maculopatie. Con l’invecchiamento della popolazione, il carico di lavoro è aumentato e la sfida più grande è riuscire a organizzare il tempo in modo efficiente e per soddisfare le esigenze di tutti i pazienti, lavorando in collaborazione e sinergia con i medici e gli altri ortottisti.
- Puoi raccontare un aneddoto o un episodio memorabile che ti ha segnato positivamente durante la tua carriera?
Più che un singolo episodio, i momenti più gratificanti per me sono quelli in cui vedo il progresso dei pazienti, specialmente nei bambini. Lavorando principalmente nella riabilitazione visiva, trovo estremamente appagante assistere a risultati positivi, a volte inaspettati, come il miglioramento significativo della vista o il successo di un intervento per correggere lo strabismo. Seguire un bambino lungo tutto il percorso riabilitativo, osservando i suoi miglioramenti e la sua crescente fiducia, è per me un’esperienza emozionante e fonte di grande soddisfazione.
- Quali cambiamenti o innovazioni hai visto nella tua professione negli ultimi anni e come pensi che evolverà in futuro?
Negli ultimi anni i progressi tecnologici sono stati straordinari, soprattutto per quanto riguarda gli esami strumentali. In passato, molte procedure erano decisamente più invasive, ma oggi possiamo ottenere immagini dettagliate della retina e delle sue patologie con strumenti meno invasivi. Questo ha migliorato notevolmente il trattamento di malattie come le maculopatie e altre patologie retiniche. Per esempio, quando ho iniziato nel 2002, la biometria per misurare le lenti intraoculari veniva fatta manualmente; oggi, invece, i biometri automatici semplificano notevolmente il processo. Guardando al futuro, credo che tecnologia e intelligenza artificiale avranno un ruolo sempre più centrale. Attualmente, per esempio, so che sono in fase di collaudo sistemi di intelligenza artificiale per lo screening della retinopatia diabetica: test recenti hanno mostrato che l’intelligenza artificiale è stata addirittura più precisa dell’occhio umano. Potremmo presto avere assistenti digitali che affiancheranno i medici nella diagnosi, migliorando ulteriormente la qualità delle cure.
- Qual è il consiglio più importante che daresti a un giovane che vuole intraprendere la tua professione dopo la scuola?
Non pensare mai di essere arrivato: questa è una professione in continua evoluzione. È fondamentale aggiornarsi, mantenere curiosità e voglia di apprendere. Inoltre, il contatto umano è una parte essenziale del nostro lavoro. Prendersi qualche minuto in più per ascoltare i pazienti può rivelare dettagli preziosi per la diagnosi e il trattamento. Ritengo che la pazienza sia una virtù indispensabile per un ortottista. Devi essere disposto a dedicare tempo e attenzione a ogni paziente, perché dietro ogni problema visivo c’è una persona con aspettative e preoccupazioni. Questo atteggiamento non solo aiuta il paziente, ma arricchisce anche la tua esperienza professionale.